The Romantic Horn

Elegia, il malinconico indugiare, il sentimento del ricordo passato.

Il tema dell’Elegia è antichissimo: dalla letteratura greca ad oggi, migliaia di componimenti lirici e musicali portano questo titolo. Il contenuto dell’Elegia è elevato, nobile, portatore di valori e sentimenti. Centrale è il tema della mancanza, di un affetto perduto, di un amore lontano. Élégie è il brano centrale di questo concerto. Scritto da Francis Poulénc nel 1958, come tributo per la morte dell’amico cornista inglese Dannis Brain, scomparso a soli 36 anni in un incidente d’auto. Il pezzo vedrà il suo debutto nel gennaio 1958 con il compositore al pianoforte e al corno un collega di Brain, Neill Sanders.

Francis Poulénc, compositore
Dennis Brain, cornista inglese

Attorno all’Élégie di Poulénc si crea il programma della serata, nell’inusuale duo corno – pianoforte.

In apertura la Sonata in Fa maggiore di L.v.Beethoven, scritta nel 1800. La storia di questa sonata è curiosa. In quell’anno un famoso cornista viaggiava in tour per l’Europa: Jan Vaclav Stich, più noto col nome italianizzato di Giovanni Punto. A Vienna incontrò Beethoven, il quale compose per lui la sonata in soli due giorni. Alla prima esecuzione pubblica, sempre a Vienna nella Großer Redoutensaal del Burgtheater con Beethoven al pianoforte e Stich al corno, fu un enorme successo. Beethoven improvvisava parti che non aveva avuto il tempo di scrivere, e data l’ordinanza dell’epoca che impediva i bis e gli applausi fragorosi, i due dovettero risuonare la sonata da capo a termine del concerto, evitando così i bis, ma soddisfacendo le insistente del pubblico entusiasta.

Prima di Beethoven, nessuno aveva accostato il corno al pianoforte. Era sì strumento solista, ma insieme ad un’orchestra. Beethoven per primo sperimentò, e con successo, tale formazione cameristica.

A chiudere il concerto sarà invece la trascrizione della Sonata per clarinetto e pianoforte op.120 n.2. La Sonata, scritta nel 1894, un periodo tardivo nella vita del compositore, è spesso eseguita con la viola o il corno al posto del clarinetto. Si tratta dell’ultimo brano, insieme all’opera 120 n.1, che il compositore scrisse prima della sua morte. Entrambe le sonate sono dedicate al clarinettista Richard Mühlefeld, al quale Brahms era legato da sincera amicizia. Brahms le completò in un suo ritiro a Bad Ischl, e le suonò a Vienna insieme al compositore nel 1894. Brahms le eseguì davanti a Clara Schumann prima del debutto pubblico.

Johannes Brahms, compositore

Artisti della serata saranno il cornista inglese Martin Owen, primo corno della BBC Symphony Orchestra di Londra, e Margherita Santi, pianista.

Verona, Giardino Giusti, Via Giardino Giusti 2

È consigliata la prenotazione: herbstmusicauxfestival@gmx.com